CENNI STORICI
di Valerio Montanari
Argelato e il suo territorio sono profondamente legati al corso del fiume Reno, alla cui destra si estendono, come dimostra l'origine del toponimo - anticamente Argelata - legato alle caratteristiche geomorfologiche del terreno, sia che si faccia riferimento alla sua argillosità, sia che si voglia richiamare ai lavori di arginatura necessari a contenere gli straripamenti del fiume.
Le vicende del luogo in epoca alto-medievale afferiscono al frazionamento, attorno al X secolo, del cosidetto Santus Planus, un grande latifondo posto a sud del Po' di Ferrara fra i territori di Mantova, Modena, Ferrara, Bologna e Ravenna, suddiviso in masse, a loro volta costituite da feudi, retaggio della omologhe unità terriere della romanità.
In questo ambito Argelata, che rientrava probabilmente nella "Massa Tauriana" (l'odierna San Giorgio di Piano), passò dapprima alla Chiesa bolognese, poi a Bonifacio di Toscana e da quest'ultimo alla figlia Matilde di Canossa.
La celebre concesse nel 1105 la chiesa di San Michele "presso il castello di Argelata" all'episcopato bolognese con il diritto di riscossione delle decime.
Con l'emergere del potere comunale, sancito dalla pace di Costanza del 1183, anche il Comune di Bologna cominciò la sua opera espansionistica in direzione del contado, che appariva parcellizato fra le più varie autorità laiche ed eclesiastiche (queste ultime articolate in pievi, suddivise a partire dal XII-XIII).
L'azione del governo bolognese trovò il suo culmine nel riordino amministrativo del 30 novembre 1223, quando le comunità del contado e del distretto vennero suddivise per scopi amministrativi e fiscali in quattro circoscrizioni corrispondenti ai quattro quartieri cittadini.
Argelata venne assegnata al quartiere di Porta San Procolo (oggi D'Azeglio), seguendo poi le successive vicende della distrettualizzazione civile che portarono ad organizzare le diverse comunità dapprima in podesterie (verso la metà del Duecento) e poi in vicariati (circa un secolo dopo, nel 1352) .
Argelata venne compresa nella podesteria di Galliera, poi nel vicariato di Galliera, da cui venne scorporata nel 1388 per far parte del nuovo vicariato di Argile.
Come altri castelli della pianura bolognese, Argelato si trovò coinvolto nella vicende politico-militari del tempo, subendo assedi e devastazioni accanto a periodiche alluvioni fluviali, che contribuirono ad impoverirne la funzione stessa di insediamento abitativo; in quest'ambito appare particolarmente degna di nota, nel 1662, la costituzione del "comune di Venezzano" (oggi frazione di Castel d'Argile) operata da parte di famiglie argelatesi trasferitesi in quel territorio.
Il riconoscimento di Argelato come Comune autonomo, avvenuto nel 1828, segna, si può dire, l'inizio della "storia contemporanea" del paese, contrassegnata, dopo l'Unità d'Italia, dalle rivolte contadine del gennaio 1869 a causa dell'imposizione della tassa sul macinato e dallo sviluppo di piccole aziende artigiane.
Testimonianze significative della vivacità argelese di quel periodo sono la costituzione do organismi come la Società Operaia di Mutuo Soccorso (ottobre 1882), la Cooperativa di consumo.
Nel nostro secolo, Argelato vive con intensità le vicende che la condurranno dall'Amministrazione socialista, in età giolittiana, all'affermazione ed al consolidamento del fascismo negli anni Venti e Trenta, a cui seguirono i drammatici eventi della seconda Guerra Mondiale, culminati nella Resistenza e nella guerra di Liberazione.
L'immediato dopo guerra e gli anni Cinquanta sono caratterizzati dalle aspre lotte dei mezzadri, dei braccianti e delle mondine che porteranno gradualmente alla formazione di nuovi patti agrari e alla costituzione della piccola proprità contadina, mentre l'ultimo ventennio vede profondamente modificarsi la realtà socio-economica locale che con l'insediamento del Centergross e del contiguo Interporto assurge a paradigma dello sviluppo industriale e commerciale di Bologna e dell'intera regione emiliano-romagnola.